Al giorno d’oggi, si può dire che
“i Fantozzi” si sono triplicati: disoccupati, precari, bamboccioni, ma
soprattutto giovani. Sono mascherati da persone riuscite ed hanno come modello
quello che “somministra” loro la televisione: vorrebbero avere le donne
stupende che vedono assieme ai calciatori, sognano di avere soldi e potere,
sgomitano per diventare famosi e per andare in vacanza nei posti più
rinominati. Hanno una paura tremenda di essere invisibili, vogliono apparire e
fanno di tutto per mostrare la loro felicità: portano orecchini, piercing,
abiti stracciati e si tingono i capelli. La triste realtà è che sono infelici,
anzi disperati, e la loro euforia è soltanto apparente, volta cioè a mascherare
la paura per un futuro incerto e privo di sicurezze. Hanno paura di fare un
lavoro semplice perché sono convinti che la felicità coincida con la ricchezza,
il potere e la popolarità. Ma questa prospettiva non è possibile, se non per
pochi, e ne sono consapevoli. Questo determina in loro un’infelicità che
cercano di coprire con l’alcol e la droga, cercando di evadere da una realtà
distante dalle loro esigenze.
Purtroppo i Fantozzi di un tempo
erano felici e pieni di sicurezze, nonostante la loro mediocrità, mentre quelli
di oggi non lo sono, o quantomeno in forma apparente, per colpa dei falsi
modelli che la televisione propone e della politica, che non è più in grado di
assicurargli un futuro.
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