Nel film “Il
secondo tragico Fantozzi”, che presenta molte scene caratterizzate da una comicità
pungente, vi è un episodio in particolare che è passato alla storia per la sua forte impronta satirica, oltre che per la sua vena comico-umoristica.
In diretta da
Wembley c’è la partita Italia-Inghilterra, valevole per la qualificazione ai
mondiali di calcio. Fantozzi, dopo una lunga ed estenuante giornata di lavoro,
ha un programma formidabile. Seduto comodamente sulla sua poltrona, in calze,
mutande e vestaglione di flanella, il ragioniere, di fronte ad una “frittatona
di cipolle” e una birra gelata, si prepara a fare tifo “indiavolato” per la sua
Nazionale. Ma il telefono squilla e arriva una notizia “atroce”: il direttore
Guidobaldo Maria Ricciardelli ha convocato gli impiegati al cineforum aziendale
per assistere ad un film cecoslovacco. Fantozzi esce di casa con una radiolina
all’orecchio mentre dalle finestre dei palazzi si diffonde l’appassionante
telecronaca della partita. All’ingresso nella sala, tutti gli impiegati vengono
perquisiti e vengono sottratte loro tutte le radioline che tentano invano di
nascondere. Il direttore annuncia che verrà proiettato “l’immortale capolavoro”
del maestro Ejzenstein, “La corazzata Potemkin”, e tutti gli impiegati svengono
all’istante. In sala c’è fermento: nessuno guarda il film e gira la voce che
l’Italia stia vincendo sull’Inghilterra per 20 a 0.
Alla fine della
proiezione, si accendono le luci e comincia il dibattito: alcuni si
complimentano per la “bellezza assoluta” del film mentre altri non osano
fiatare. Fantozzi allora si fa coraggio, si alza, si dirige sul palco e prende
la parola: “Per me, la Corazzata Potemkin
è una cagata pazzesca”! La sala scoppia in un boato di approvazione e gli
impiegati, guidati da un insolito rag. Fantozzi nelle vesti di rivoluzionario,
si ribellano bruciando la preziosa pellicola e costringendo il direttore a
vedere, in ginocchio, una serie di film erotici.
Tale episodio,
nonostante l’esagerazione con cui viene presentato, rappresenta una dura
critica verso un certo tipo di intellettualismo e verso il diffuso “snobbismo”
degli intellettuali. Essi tendono ad imporre una cultura imbevuta di stereotipi
e luoghi comuni, secondo la quale è capolavoro tutto ciò che risulta
incomprensibile alla massa, al ceto medio.
Quello di
Fantozzi è un gesto di ribellione, una ribellione pura e autentica, ma pur
sempre velleitaria. Per la prima volta Fantozzi dà sfogo a tutta la sua rabbia
ed esce fuori dai canonici schemi della sua vita. In questa scena, il
ragioniere dimostra coraggio, spirito d’iniziativa e un’assoluta mancanza di
paura verso il potere; in altre parole, possiamo dire che Fantozzi in questo
caso è stato un eroe vero e proprio ed ha incarnato l’ideologia di tutta una
classe sociale, stufa di essere sottomessa e oppressa anche nel tempo libero.
Un urlo liberatorio che si porta sulle spalle un'intera classe sociale...